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Seven Seas. La storia di uno dei più longevi Tiki bar.

Seven Seas, uno dei più antichi locali della prima era Tiki si distingue per aver elaborato il concetto del Don the Beachcomber apportando novità e stile.
Come molti altri polynesian restaurant il 7Seas è stato in attività durante i 50 anni più caratterizzanti della Tiki Era. Così nella sua evoluzione si può tracciare la storia stessa di tutto il periodo Tiki, dalla coinvolgente attrazione esotica alla più totale disfatta.

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La nascita del Seven Seas.

Il Seven Seas, nasce da un idea di Ray Haller nella metà degli anni 30’ (probabilmente il 30 nov. 1935) proprio vicino all’ormai celebre Don’s Beachcomber. Il 7seas è meta dei più grandi attori di Hollywood, tappa fissa per i soldati in servizio a Los Angeles durante la seconda guerra mondiale.
Gode di una posizione strategica essendo davanti al Grauman’s Chinese Theatre, 6904 Hollywood Blvd.  
Inebrianti pozioni al rum in stile Don sono esaltate da un arredamento ancora più particolare del locale di Donn.

Rain on the Roof.

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Ray Haller diventa noto infatti per aver inventato il mitico “Rain on the Roof” un effetto sonoro, che lo stesso Don copia, per riprodurre le torrenziali piogge caraibiche su un tetto di latta.
Tuoni, vento e versi di animali erano riprodotti attraverso dischi LP in vinile che giravano per tutta la notte.

Il bar in bamboo era sovrastato da palme e piante tropicali, il bartender oltre a preparare cocktail esotici, a sua discrezione azionava un irrigatore a pioggia premendo un tasto.
Pietre laviche, decorazioni marinare e tetti di paglia, chi ha frequentato il locale ricorda che camminando si aveva la sensazione di essere su un’isola.

 

 

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Bartender e personale sottratto proprio a Donn attraverso remunerazioni più cospicue. Tra questi impossibile non menzionare il mitico Ray Buhen fondatore del Tiki-Ti.
Parleremo più avanti di Ray Buhen, uno dei discepoli della miscelazione di Donn, che ha una carriera indissolubilmente legata alle star del cinema hollywoodiano.
Ovviamente grazie a Ray la qualità delle pozioni esotiche poteva essere del tutto simile a quella del Don the Beachcomber.
Nel menu troviamo assolutamente i nomi dei drink più noti del momento come Zombie, Navy Grog, 151 Swizzle ecc.

 

 

Bob Brooks e il suo Seven Seas.

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E’ invece al secondo proprietario del Seven Seas che si deve lo sviluppo di spettacoli hawaiani nel locale, che raggiunsero una sequenza di anche tre a notte, sette su sette.
Bob Brooks infatti introduce Jennie Woodd, in arte Na Pua (piccolo fiore), che con le sue danze reincarnava nelle vesti della Hula Girl le passionali atmosfere esotiche hawaiane. Jennie Woodd gestì gli spettacoli hawainani al 7seas per ben venticinque anni.
Coreografa di successo attirò al locale numerosi amici del cinema di Hollywood tra cui Red Skelton, Peggy Lee, Jimmy Durante, the Mills Brothers, Judy Canova e Carmen Miranda.  La sua popolarità aumentò con il crescere dell’ “Hawaiian Craze”. Diventò la persona di rifermento per le coreografie di tutti i film in cui erano presenti balli hawaiani.

Bob Brooks si avvale dei sound esotici della Sam Koki and Band, il gruppo che aveva registrato “Sweet Leilani” di Bing Crosby.

The American Gauguin.

Bob Brooks, assiduo frequentatore di Tahiti, si innamora dell’artista Edgar Leeteg “The American Gauguin”  che ha prodotto i suoi lavori più noti a partire dal 33’, quando viveva a Tahiti. Dipinti ad olio su velluto nero raffiguranti volti e figure polinesiane.

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“My paintings belong in a gin mill, not a museum. If this modern crap is art, then just call my paintings beautiful. Don’t call them art.” cit. Leeteg.

 

 

 

Alla morte dell’artista il valore dei quadri schizzò a circa ventimila dollari l’uno e il buon Robert (Bob Brooks) ne possedeva ben novantasette. Ovviamente i dipinti di Leeteg vennero rimossi dal bar per essere custoditi in un posto sicuro e sostituiti con delle copie.seven seas bob brooks 7seas ray haller leeteg Roy Sannella fornisce una curiosa testimonianza sulla fortuna di Bob ed i suoi quadri. Reduce di Pearl Harbor e famoso per essere stato amico e confidente di star del cinema e gangster, ha lavorato in molti bar di Hollywood. Roy racconta che molti di questi quadri sono stati barattati con bottiglie di whisky!

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La fine di un Era.

La storia del Seven Seas cambia con la sua ultima proprietà. Intorno gli anni 70’ diventa il Seven Seas Supper Club. Di proprietà del noto criminale Eddie Nash già proprietario di circa venti locali a Los Angeles tra cui il noto Starwood Club. (tempio del rock anni 70′).

Il Seven Seas diventa la copertura delle attività criminali legate a omicidi e cocaina, come successe a numerosi Tiki Restaurant dell’epoca, esempio il Luau di Steve Crane.
Lo scandalo degli omicidi di Wonderland Avenue travolse irrimediabilmente il 7seas, coinvolto direttamente con arresti e retate della polizia.
Il locale era ovviamente considerato poco raccomandabile e addirittura pericoloso, gli anni settanta raccontano di una clientela senza dita, senza denti e delle volte senza un occhio..

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Oggi.

Sul finire della prima decade del duemila l’immobile è stato acquistato dalla CIM Group. Una grande società proprietaria di numerosi immobili storici e di valore. L’obiettivo era quello di risanare uno dei palazzi storici e commerciali di Hollywood. E’ stato prelevato da Nash per una cifra ignota, ma pare che Nash sia stato condizionato al punto di doverlo cedere.

Purtroppo le vicissitudini che hanno coinvolto questi storici locali come il 7Seas nel tempo hanno spento l’interesse esotico. Allontanando anche gli aspetti più positivi degli anni d’oro del Tiki.
Epoca che per decenni anni ha coinvolto gli Stati Uniti e il mondo. Oggi invece è anche nel ricordo di queste vicissitudini e della più genuina spiritualità che il Tiki ancora vive. nei misteri e nella potenza di un cocktail al rum.

 


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Seven Seas. La storia di uno dei più longevi Tiki bar.
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